lunedì 4 dicembre 2006

Villa Ponci, una storia vergognosa

Parco Ponci era un vero angolo di Paradiso: tre ettari di alberi secolari e ad alto fusto compresi tra via
S. Girolamo e via Colombo, con tanto di laghetto laddove oggi ( ogni mercoledì e venerdì) viene ospitato il mercato settimanale; un laghetto attrezzato con piccole barche, così da permettere romantiche vogate in mezzo al verde. Sul lago si specchiava uno chalet in legno e pietra.
Tutto questo al centro di Mestre!
Il posto era così bello e suggestivo che la casa cinematografica Scalera vi girò un film.
Nell'immediato dopoguerra la giunta social-comunista, capeggiata da Gianquinto Giobatta, offrì agli eredi del dottor Ponci una cifra intorno alle 4-500 mila lire per rilevare l'intero appezzamento, villa compresa. Cifra che, rivalutata ad oggi, si può stimare intorno ai 20-30.000 euro. Praticamente il prezzo di un garage in centro.
Come compensazione alla modesta cifra, il comune prometteva l'erezione di una statua in ricordo dell'illustre farmacista Ponci, molto conosciuto, tra l'altro, per aver prodotto un efficace lassativo. La famiglia Ponci ovviamente rifiutò.
Nel '49 un certo geom. Ugo Argenta convinse la famiglia che presto avrebbe avuto in mano le carte per rendere tutta l'area edificabile. Grazie a questo raggiro era riuscito a farsi nominare amministratore unico dei beni dei Ponci. La truffa proseguì facendo progettare ad un architetto una specie di villaggio polinesiano (!) e acquistando persino una pagina de "Il Gazzettino" nella quale si pubblicizzava la vendita delle villette. Dimore che, ovviamente, non saranno mai costruite. Il bello è che il geometra arrivò a venderne una ventina, incassando dei congrui anticipi che gli permisero di sparire indisturbato verso il Venezuela e di condurre una vita agiata. Ma non prima di aver fatto radere al suolo il più bel parco di Mestre, in modo da ricavare l'ultimo cospicuo gruzzolo dalla vendita del legname delle centinaia di alberi secolari abbattuti. Il tutto in una notte, facendo arrivare un plotone di taglialegna dal Friuli.
Ma lo scandalo di Parco Ponci non viene ricordato tanto per questo losco personaggio (di gente del genere ne è pieno il mondo), quanto per il fatto che l'Amministrazione non si accorse di nulla di ciò che stava accadendo o comunque non intervenne. Tantopiù che, beffa nella beffa, gli uffici competenti si affacciavano proprio su Parco Ponci.
Alla giunta precedente succedette quella democristiana. Il Comune si accordò quindi con la proprietà truffata. Metà del parco venne regalato al Comune che non trovò nulla di meglio da fare che coprire d'asfalto il prezioso spazio, mentre l'altra metà venne resa edificabile per la realizzazione degli "splendidi" attuali casermoni, che arricchirono parecchi "amici".

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